La profondità di campo è un altro fattore molto importante per la riuscita di una buona fotografia. A seconda delle situazioni, la profondità di campo può influenzare di molto il risultato di un’immagine e per questo va studiata e compresa a fondo.
Sommario
Ma cos’è la profondità di campo?
La profondità di campo (detta anche PdC) è quella parte dell’immagine dove gli oggetti risultano nitidi e ben focalizzati.
Ad esempio possiamo guardare come nella fig.1 la PdC è ben focalizzata sul piano del corpo del soggetto. Gli altri piani, invece, ossia tutto ciò che c’è prima del soggetto e tutto ciò che sta dopo e quindi dietro al soggetto, risultano fuori fuoco (detti: cerchi di confusione).
Si parla in questo caso di “ridotta profondità”, poiché solo una parte dell’immagine è chiara all’osservatore. Il resto della foto risulta meno nitido e chiaro, quindi sfocato, fa da contorno al soggetto, non intralciando la vista di chi la osserva.
Nella fig.2 invece possiamo notare come la PdC sia fondamentale che rimanga nitida su tutto il piano dell’immagine, per permettere a chi la sta guardando di non perdersi nessun dettaglio di questa splendida fotografia di paesaggio.
Abbiamo quindi visto in questi due esempi quanto la profondità di campo sia importante e sopratutto vada scelta e curata per ottenere immagini di grande effetto.
Ma come si regola la profondità di campo?
La PdC è definita da tre fattori:
- distanza dell’oggetto dal sensore (maggiore è la distanza, più ampia sarà la profondità di campo e viceversa)
- Apertura del diaframma (maggiore sarà l’apertura ƒ, minore sarà la PdC, viceversa, più chiuderemo il diaframma, più la nostra profondità aumenterà)
- lunghezza focale dell’ottica (un obiettivo con maggiore angolo di campo, ad esempio i grandangoli, avranno un maggior raggio di campo e quindi profondità, mentre con uno zoom, avendo un campo di visione più ristretto, diminuirà la PdC.)
Vediamo degli esempi pratici
Immaginiamo di avere come obiettivo un 50mm (che ricordiamo in un nostro articolo qui).
Sappiamo che il 50mm rappresenta la realtà più o meno come la percepisce l’occhio umano.
Distanza del soggetto
Utilizzando un apertura di diaframma fissa a ƒ/2,8 (PdC molto ridotta), vediamo nella foto qui sotto come la profondità di campo, rappresentata dal colore verde, vari, al variare della distanza del soggetto:
Diversa apertura diaframma
Utilizzando invece sempre un 50mm e mantenendo il soggetto sempre alla stessa distanza di 5mt, vediamo come
varia la PdC chiudendo i diaframmi, ricordando che una maggiore apertura del diaframma, permette si di far entrare più luce, ma riduce molto la profondità di campo, viceversa, utilizzando diaframmi più chiusi, avremo meno luce che entra, ma una maggiore PdC:
Lunghezza Focale
Infine possiamo osservare come la PdC varia in base alla lunghezza focale dell’ottica.
Immaginiamo di stare per fotografare un soggetto a 10 mt. di distanza, con un obiettivo a lunghezza focale 400mm e diaframma ƒ/2.8. La nostra PdC risulterà essere di soli circa 10cm, mentre se utilizzassimo sempre il nostro famoso 50mm, la PdC risulterebbe di circa 7,62mt. (potete fare questi calcoli facilmente su questo sito);
Conclusioni sulla profondità di campo
Abbiamo quindi visto come la profondità di campo sia influenzata da questi 3 fattori:
- Diaframma
- distanza del soggetto
- Lunghezza focale
E’ dunque importante capire a fondo questo argomento perché può essere utilizzata sia in modo creativo (spesso nella fotografia di ritratto si utilizzano ridotte PdC per enfatizzare il volto del soggetto) che studiata accuratamente per avere tutti i piani e soggetti a fuoco.
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