Credete che Zenit abbia bisogno di presentazioni al giorno d’oggi? Forse si.

Anzitutto non si sta scrivendo di ZenitH (quelli sono gli orologi…) ma si sta scrivendo di quel famoso marchio russo che ha prodotto tante belle lenti considerate oggi ottimi vintage come l’helios 44-* (di cui esistono sei versioni se non erro) oppure il Tair 300, meglio conosciuto come photosniper, poiché dotato di apposita impugnatura che lo faceva sembrare quasi un fucile; ma ce ne sono state anche tante altre.

Tra queste vi era lo Zenitar 16mm ƒ/2,8.

Si perché Zenit è tornata in attività dal 2015, seppur concentrandosi in ottiche per ritratto, tuttavia mettendo a disposizione anche vecchi modelli con qualche restyle di design, fattura e coating fra cui, appunto, questo fisheye.

Ottiche un po’ particolari i fisheye, vero?

Anzitutto va detto che questo fisheye è del tipo “diagonale” ossia in grado di ricoprire per intero tutto il fotogramma full frame senza creare nessun tipo d’immagine circolare con i bordi neri: quelli sono, appunto, i fisheye di tipo “circolare”.

Zenitar 16mm ƒ/2,8 nella confezione
confezione e Zenitar 16mm ƒ/2,8

Come si presenta lo Zenitar 16mm ƒ/2,8 a primo impatto

La nuova confezione dello Zenitar 16mm ƒ/2,8 è veramente carina e ben realizzata.

Un cofanetto bianco in robusto cartone a chiusura magnetica ed imbottitura foam su misura, con tanto di certificazione di verifica della lente da parte dell’operatore russo; una volta preso in mano, questo piccolo “ovetto” di appena 64х49 mm e dal peso di 350gr interamente realizzato in metallo, vi trasmetterà da subito una sensazione di ottimo livello costruttivo e solidità.

Ghiera fuoco precisa, appena dura (cosa che a me non dispiace, rimane comunque scorrevole), ghiera diaframmi regolata dagli scatti e decisamente sonora proprio come le ottiche di un tempo.

Quest’ottica non è in grado di montare dei filtri standard o a lastra ma, tuttavia, viene fornita la possibilità d’installare dei specifici filtri a vite in baionetta che sono forniti dalla casa costruttrice stessa.

In dotazione ho trovato l’UV, dalla casa madre consigliano di NON rimuovere mai il filtro UV pensavo fosse solo per una questione di fotografia a pellicola ma mi è stato detto che fa parte dello schema ottico per cui è rimasto lì.

Qualità delle immagini

Beh prima di pronunciarmi in maniera troppo severa su questa lente bisogna considerare alcuni aspetti che non possono essere sottovalutati e per i quali si devono mettere in conto alcuni pro e contro.

Andiamo per ordine:

1 – è un fisheye. Questo, inevitabilmente, ci porterà ad odiarlo o ad amarlo ma se lo si vuole comprare sicuramente dovremo essere in grado di poterlo utilizzare tenendo conto di questa caratteristica. Le linee saranno distorte, i bordi saranno compromessi specie a completa apertura del diaframma ma, chiudendo da ƒ/2,8 a ƒ/4 la situazione comincia a migliorare in maniera piuttosto sostanziale su quasi tutto il fotogramma. Il top delle prestazioni sulla mia D750 l’ho avuto dai ƒ/8 fino ad ƒ/11 dopodichè il fenomeno della diffrazione comincia a farsi sentire fino ad un vero e proprio impasto a ƒ/22, tuttavia raggiungendo una prestazione di progressiva nitidezza che potrebbe non dispiacere nel qual caso il nostro tipo di foto non sia concentrato nel rappresentare le ombre più chiuse in una maniera assolutamente definita.

2 – è veramente piccolo. Quei 16mm a 180° fanno immensamente gola. E’ una lente che diverte ed impegna poichè completamente manuale ma che allo stesso tempo, se decidete di avere un effetto wow, una più che buona nitidezza, un bello stacco dei piani, un’interessante mezzo per interpretare prospettive: vi sorprenderà. Il suo tappo, praticamente piatto oltre che piccolo, lo potete riporre tranquillamente in tasca in ogni momento. Questo lo rende decisamente pratico e portatile.

3 – non monta i filtri ne a vite ne a lastra. Ma la possibilità di poter installare dei filtri praticamente grandi come monete da 20cent aggiunge sicuramente versatilità e divertimento all’utilizzo della lente anche se bisogna un po’ armeggiarci su, magari cambiando o montando il filtro in ambiente sicuro ci si ritaglia dei compiti fotografici ben precisi.

retro Zenitar 16mm ƒ/2,8

Quindi lo Zenitar 16mm ƒ/2,8 è piccolo, versatile, pratico, superwide e con i giusti settings è pure piuttosto performante!

Questo mi può portare a pensare allo Zenitar 16mm ƒ/2,8 come un obiettivo adatto alla fotografia di paesaggio diurna, alla street photography, perchè no, anche all’utilizzo nella rappresentazione di architettura in interni (vedasi le cupole di alcune chiese per esempio) o a dei buffi ritratti giusto per divertirsi un po’.

Michal oewe

Per il paesaggio, nonostante i filtri, bisognerà un po’ tenere in considerazione le condizioni meteorologiche ed il punto di presa ma credo non sia un grosso problema. Mal che vada si possono sempre fare le multi esposizioni per gestire le parti chiare e scure del fotogramma.

… e per le fotografie notturne? è un ƒ/2,8…!

L’ho pensato anche io, proprio per questo ho voluto provarlo a fondo ed è stato con me qualche mese quest’estate passata, non sempre con ottimi cieli ma comunque in grado di farmi capire quanto posso contare su quest’ottica per la fotografia notturna.

Ebbene?

Ebbene non possiamo considerarlo un validissimo alleato per le fotografie notturne a scatto singolo e con stelle puntiformi, questo no.

Lo Zenit, tutto sommato, è un obiettivo vintage (per lo meno al suo interno) e non è mai stato pensato per risolvere su tutto il sensore (e sui sensori performanti di quest’ultimo quinquennio specialmente) con estrema nitidezza e qualità a tutta apertura, considerando sempre che è un fisheye d’altri tempi (molto molto spinto per l’epoca).

Ho, comunque, provato a realizzare delle fotografie notturne panoramiche sia a scatto singolo che con multiesposizione e focus stacking, realizzando quindi sessioni dedicate per il suolo e/o astroinseguite per il cielo.

Ovviamente, per lo startrail, il problema si pone decisamente di meno.

Conclusioni sullo Zenitar 16mm ƒ/2,8?

Rimane, comunque, un signor obiettivo vintage a cui è stata data una buona rinfrescata ma che al giorno d’oggi può essere considerato un interessante ottica economica, dal prezzo contenuto (appena sopra i 200€) e dalla fattura decisamente buona.

Può solo ricoprire determinate tipologie fotografiche quali la street photography, il paesaggio diurno o low light e tutto ciò che necessita d’essere rappresentato nella sua ampiezza ma con le dovute accortezze ricordandosi sempre di tener conto delle sue prestazioni rispetto all’intensità di luce sulla scena.

Non è mai stato concepito come grandangolo tuttofare per i giorni nostri, non posso quindi fargliene una colpa ma neanche esaltarlo in quelle tipologie di foto dove, è chiaro, bisogna arrangiarci.

Però poi, mi viene in mente un setup leggero come una mirrorless full frame, lo Zenitar 16mm ƒ/2,8 fisheye in baionetta ed un piccolo astroinseguitore a molla ed è subito notturna e qualità.Già perchè dimenticavo: è disponibile anche nativo per mirrorless di ultima generazione Canon, Nikon e Sony.

Bonus: Codice Sconto

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