A chi non piacerebbe scattare al primo tentativo delle foto né troppo chiare, né troppo scure anche nelle situazioni più complesse? Quello dell’esposizione è un argomento chiave nella fotografia, sin dai tempi della sua nascita.

D’altronde un buon fotografo è colui capace di giocare con la luce in maniera da dare vita a nuovi mondi. Uno dei modi più famosi di giocare con la luce è sicuramente la fotografia HDR. Si tratta di una sigla di cui sicuramente avrete sentito parlare, o che almeno avrete letto nelle impostazioni della fotocamera del vostro smartphone. Sapete di cosa si tratta?

Se la risposta è no, siete nel posto giusto. Se la risposta è sì, anche! Insieme vedremo, infatti, che cosa stanno a indicare le iniziali di questa sigla, a cosa serve l’HDR nelle foto e come usarlo per ottenere il suo massimo potenziale. Prima di tutto, però, ne ricostruiremo la storia cercando di attribuire una data alla scoperta di questa modalità innovativa. È un’invenzione nata con il digitale o risale addirittura ai tempi della fotografia analogica? Scopriamolo insieme!

Come fotografare un tramonto, silhouette, tecnica fotografica, cavalletto, HDR

Sommario

Che cos’è la modalità HDR?

Cosa si nasconde dietro questa sigla e che cosa si intende precisamente in fotografia con HDR? Il significato dietro l’acronimo HDR è letteralmente “High Dynamic Range“, un processo tecnologico che ha come obiettivo quello di ampliare la gamma dinamica oltre i limiti della macchina fotografica.

Che cos’è la gamma dinamica?

Quando si parla di gamma dinamica si intende la differenza tra i soggetti più luminosi e quelli più scuri all’interno di uno scatto. Questa tecnologia, in pratica, ci offre un bagaglio di colori più alto da cui possiamo attingere durante lo scatto, meno rumori nella foto e dei dettagli più chiari.

A differenza dello Standard Dynamic Range (modalità SDR) la fotografia HDR permette di visualizzare una gamma di colori più ricca, in cui i bianchi sono più luminosi e i neri più profondi. Spiegato in parole semplici, si tratta di una modalità fotografica attraverso la quale possiamo ottimizzare i nostri scatti anche quando la luce naturale non è favorevole.

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Quando è nato l’HDR?

Vista così sorge spontaneo pensare che la modalità fotografica HDR sia nata di pari passo con l’avanzare della tecnologia e che sia legata strettamente alla fotografia digitale. A dir la verità pare addirittura che il primo lavoro in gamma dinamica risalga al 1850, anno in cui il fotografo francese Gustave Le Gray ebbe questa grande intuizione.

Durante degli scatti del mare al tramonto, il fotografo intuì che da due scatti con esposizioni differenti poteva nascere la foto ideale. Come? Le Gray scattò prima una foto esponendo sul cielo e poi ne scattò un’altra esponendo sul mare. In seguito, in camera oscura diede vita a una stampa composita sovrapponendo i due negativi. L’immagine ottenuta aveva una gamma dinamica molto più ampia e, di conseguenza, la giusta esposizione in ogni punto. Ecco che nel 1850 nacque la fotografia HDR.

A cosa serve l’HDR e quando si usa?

Per quanto le macchine fotografiche al giorno d’oggi abbiano raggiunto livelli tecnici e qualitativi altissimi, ancora non sono arrivate al punto di simulare al 100% l’occhio umano. Un esempio lampante è proprio quando si fotografa una scena ad alto contrasto. La nostra reflex quasi sicuramente non riuscirà a regolare le zone di luce e d’ombra così come le vediamo noi. Risultato? O una foto troppo esposta o una sottoesposta

Sono queste le situazioni in cui serve impostare la modalità HDR sulla nostra fotocamera. Se per esempio stiamo effettuando delle fotografie d’interni, dei paesaggi notturni, così come all’alba o al tramonto. Tutte queste situazioni, in cui le luci sono complicate da replicare come nella realtà, riescono ad essere regolate automaticamente fornendo dei risultati di qualità.

Fotografia d’interni

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Come abbiamo appena visto, ci sono delle situazioni specifiche in cui impostare l’HDR diventa necessario. Una di queste situazioni, per esempio, è la fotografia d’interni. Avete mai visto foto di alberghi o delle camere d’albergo? Alcuni hotel, a tal proposito, nel presentare i propri spazi interni, forniscono delle gallerie di foto in cui non c’è alcun contrasto di luci.

Tutte le aree e le stanze sono messe in valore proprio dalla modalità HDR che, regolando ad hoc la luminosità degli spazi interni e quella esterna delle finestre, riesce a dare come risultato delle foto di ottima qualità visiva. Una scelta più che mirata per chi deve valorizzare un prodotto di questo tipo.

Durante la Golden Hour

Situazione differente è quella della Golden Hour, lasso di tempo che corrisponde esattamente alle 2 ore dopo l’alba e alle due ore prima del tramonto (inclusi alba e tramonto ovviamente). In questo caso, quando si vuole scattare una foto di paesaggio in cui venga ripreso anche il sole, usare l’HDR risulta essere la scelta più vantaggiosa.

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Il contrasto molto forte che si viene a creare in momenti come questi lascia completamente spazio ai più piccoli dettagli sia nelle zone di luce che in quelle d’ombra. Tutto diventa visibile e illuminato in maniera proporzionata, ma soprattutto, tutto resta colpito dalla suggestiva luce della Golden Hour.

(Per chi volesse usare un’altra tecnica, provate ad applicare all’ottica un filtro GND “Graduato a densità neutra” con la parte scura rivolta verso la parte più luminosa della scena. In questo modo, ridurrete la differenza di esposizione nel fotogramma durante lo scatto senza applicare nessuna impostazione particolare).

Nella fotografia notturna

Un’altra situazione in cui potrebbe risultarvi utile ricorrere alla modalità HDR è sicuramente durante una sessione di fotografia notturna. Un contrasto così forte e definito come quello del cielo scuro e delle luci artificiali della città senza HDR potrebbe dare risultati deludenti.

Si dovrebbe optare per una foto molto scura in cui le luci tendono a scomparire nel buio, oppure una foto più illuminata del normale in cui il cielo perde il suo fascino naturale del notturno. Ma perché scegliere? Questo è il momento in cui ci ricordiamo che possiamo sfruttare il nostro asso nella manica della fotografia HDR e scattare senza rinunciare a nulla.

Nikon D7100, Reflex, DX, notturno

Quando non si usa l’HDR?

Anche se finora vi abbiamo parlato dei numerosi vantaggi della fotografia HDR durante gli scatti all’alba e al tramonto, ci sono alcuni casi in cui è meglio sfruttare i forti contrasti ottenuti naturalmente. Questo è il caso degli scatti in cui vogliamo evidenziare l’effetto silhouette, momenti in cui la protagonista è proprio quella sagoma carica di significato su uno sfondo colorato di arancione tramonto.

Come fare una fotografia con effetto HDR?

La tecnica alla base del processo HDR è quello di effettuare scatti multipli di uno stesso soggetto ma usando diverse esposizioni. Nel passaggio successivo l’immagine può essere elaborata sia dalla reflex, sia attraverso un lavoro di post-produzione. Vediamo insieme 6 consigli utili per ottenere una perfetta fotografia in HDR.

1. Manuale o priorità di diaframma

Per la fotografia HDR è molto importante impostare la tua reflex in modalità manuale (M) o in priorità di diaframma.

Questa operazione ti garantirà di avere sempre la stessa profondità di campo, punto da non sottovalutare assolutamente, in quanto nella fase successiva, quella di elaborazione e unione dei file, se doveste trovarvi con 3 o più immagini con differenti profondità, il risultato non sarebbe ottimale.

2. Treppiede e telecomando/scatto ritardato

Utilizza un buon treppiede, robusto e stabile, così da evitare o quantomeno ridurre al minimo le vibrazioni che, altrimenti, vanificherebbero i risultati finali della tua fotografia HDR.

Il telecomando ti tornerà utile per evitare ulteriormente di toccare la fotocamera e di trasmettere vibrazioni durante lo scatto (utilizzare lo scatto ritardato può essere una valida alternativa).

impostazioni di bracketing per Fotografia HDR

3. Disattiva le funzioni automatiche

Disattiva tutte quelle funzioni che possono precludere la riuscita delle foto. Quali?

Ad esempio il D-lighting che, come funzione principale, ha proprio quella di preservare le alte luci e schiarire le ombre tramite il software interno della fotocamera. Oppure gli ISO automatici. Questi, durante lo scatto, possono alzarsi troppo e provocare inutile rumore digitale.

Considerato che poi dovrai andare a sviluppare i tuoi scatti in HDR, potresti ritrovarti con troppo rumore e la foto “spappolata”.

funzioni disattivate per bracketing

4. Imposta la funzione auto-bracketing

Al giorno d’oggi, le principali reflex o mirrorless, utilizzano software interni in grado di scattare foto secondo il tuo volere. Che vuol dire?

Controlla sul libretto di istruzioni o nel menù della fotocamera se è presente la funzione di auto-bracketing. Questa ti farà risparmiare tempo e inoltre ti eviterà di toccare troppo la fotocamera durante i 3 o più scatti.

L’auto-braketing, una volta impostata la corretta esposizione, aumenterà e diminuirà l’esposizione dei singoli scatti senza che tu debba fare nulla. Ma di questo e del “Bracketing” in generale parleremo in maniera più approfondita nei prossimi articoli.

Canon

menu canon per impostare bracketing

Nikon

impostazioni nikon per bracketing

5. Elementi o soggetti in movimento nella fotografia HDR

La buona riuscita di una fotografia HDR dipende anche da cosa si vuole fotografare. Evita tutte quelle situazioni in cui il soggetto o ciò che gli sta intorno (come ad esempio foglie, auto, persone e via dicendo) possono muoversi o spostarsi.

Infatti, il rischio a cui potresti andare incontro, è di ritrovarti immagini che poi non combaciano tra di loro, provocando un’unica immagine con artefatti e parti sdoppiate.

Fotografia HDR problemi di rumore

6. Tecnica di scatto per fotografia HDR

Dopo aver organizzato tutto l’ambiente circostante, è arrivato il momento di scendere nella pratica. Per eseguire i 3 o più scatti devi procedere in questo modo:

  • Imposta la reflex in modalità manuale o priorità di diaframmi;
  • Come metodo di lettura esposimetrica, imposta il Matrix“;
  • Regola successivamente i diaframmi cercando di mantenere valori intorno a f/11, così da avere una buona profondità di campo;
  • ISO mantieni valori bassi per evitare troppo rumore;

Bene, adesso non ti resta che scattare una foto con questa esposizione e abbassando solamente i tempi di uno stop (anche due se necessario), otterrai una seconda immagine sottoesposta. Per scattare la terza immagine ti basterà tornare all’esposizione originaria e, stavolta, alzare i tempi di uno stop.

Ovviamente sarai tu a decidere quanti scatti saranno necessari per ottenere il massimo dalla fotografia HDR. Studia a fondo la situazione che hai davanti e fai delle prove per conoscere bene i limiti della fotocamera che possiedi.

Solitamente se ne fanno 3 (vedi foto sotto) o 5 scatti (2 sottoesposti, 1 corretto, 2 sovraesposti), ma questo lo capirai con il tempo e a seconda delle condizioni di differenza di luminosità che sono presenti sulla scena al momento dello scatto.

Fotografia HDR la tecnica

Fotografia HDR: quali software di sviluppo utilizzare

Esistono in rete una miriade di software che ti faranno risparmiare tempo prezioso nello sviluppo finale della tua fotografia HDR.

Photoshop e Lightroom, ad esempio, in queste ultime versioni hanno migliorato tantissimo il loro software di montaggio. Selezionando le 3 (o più) immagini e cliccando con il tasto destro si possono unire le diverse esposizioni con un click.

Se invece non mastichi molto i software della casa Adobe, mi sento di consigliarti “Photomatix Pro” (qui trovi il link del software).

Photomatix è un programma semplice ed intuitivo che ti guiderà passo passo nella realizzazione di splendide fotografie HDR.

come montare un HDR con Photoshop o Photomatix

È importante sottolineare che la fotografia HDR va dosata e bilanciata in un certo modo, infatti è molto facile cadere in eccessi che possono non essere ben visti o graditi ad un vasto pubblico.

La creatività che questo genere di fotografia può stimolare è infinita, ma bisogna sempre stare allerta, perché si può incappare in foto irreali e finte, rischiando di corrompere il file con artefatti, macchie e rumore digitale.  

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