La post-produzione o fotoritocco è il processo che permette l’ottimizzazione delle immagini.

La post-produzione è un elemento fondamentale di ogni lavoro professionale e non solo in ambito fotografico ma anche nel cinema o nella musica (sound editing).

Oggi la post-produzione di un’immagine digitale è alla portata di chiunque abbia a disposizione un telefono cellulare.

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In generale si tende a pensare che il fotoritocco sia un’esclusiva delle immagini digitali ma questo è un errore in cui è facile incorrere soprattutto quando si è alle prime armi.

In realtà anche quando la fotografia era fatta esclusivamente su pellicola, il fotoritocco era ampiamente utilizzato dai professionisti sebbene con tecniche differenti.

La principale differenza con la fotografia analogica è che in quest’ultimo caso la post-produzione era un’esclusiva degli studi fotografici mentre con l’avvento della fotografia digitale la post-produzione è diventata alla portata di tutti.

Iniziamo quindi il nostro percorso nella post-produzione cercando di sfatare un mito consolidato:

“Le foto su pellicola sono fotografie al naturale ovvero non ritoccate.”

Quante volte ci siamo trovati davanti a questa affermazione? Innanzitutto, chi scatta su pellicola sa benissimo che ogni tipologia di rullino è caratterizzata da una specifica resa per quanto riguarda contrasto, dominanti di colore e saturazione.

Questo significa che, in base al tipo di effetto che si vuole ottenere, il fotografo sceglierà un rullino piuttosto che un altro.

Questo significa che, parte del lavoro di fotoritocco che adesso si fa al computer, in passato veniva fatto ancor prima di iniziare a scattare, ovvero quando il fotografo sceglieva il rullino da utilizzare.

Questo concetto si estende anche ai rullini in bianco e nero che differiscono fra loro per grana, contrasto e resa alle diverse luci.

Oltre al tipo di pellicola scelta, anche le modalità di sviluppo del negativo incidono sulle immagini ottenute cosi come le strategie usate in fase di stampa.

La tecnica del dodge and burn, ancora oggi molto utilizzata da chi post-produce foto in digitale, nasce in realtà negli studi fotografici quando durante il processo di stampa delle fotografie su pellicola, si manipolava l’esposizione solo su aree selezionate della stampa in maniera indipendente rispetto all’esposizione del resto dell’immagine.

Abbiamo quindi visto velocemente come il mito della fotografia “al naturale” perché fatta su pellicola sia in realtà un falso mito.

L’avvento della fotografia digitale e il costante sviluppo di programmi per la manipolazione delle immagini hanno ampliato le possibilità offerte dal fotoritocco che è diventato uno strumento alla portata anche dei fotografi non professionisti.

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