La gamma dinamica non è un concetto che si applica esclusivamente ai sensori digitali, ma può essere applicato a tutto ciò capace di catturare un’immagine.

La gamma dinamica viene spesso definita anche come intervallo dinamico (dynamic range in inglese) e definisce la differenza tra il minimo e massimo valore di luminosità che possono essere visualizzati o registrati in un determinato momento.

Ci possiamo rendere conto del concetto di gamma dinamica osservando un tramonto. Il cielo sarà molto luminoso mentre il nostro primo piano sarà tendenzialmente più scuro.

L’occhio umano permette di cogliere dettagli sia nelle zone chiare che nelle zone scure della scena che stiamo osservando e ciò è reso possibile dal fatto che la sua gamma dinamica è molto ampia. La gamma dinamica dell’occhio è stata infatti stimata come 24 stop.

Una gamma dinamica ristretta è come una coperta corta: se proveremo a scattare una foto dello stesso tramonto con il nostro cellulare ci rendiamo conto subito di come una delle due parti della scena (cielo o primo piano) non sarà ricca di dettagli.

Se infatti il cielo sarà esposto correttamente, il primo piano ci apparirà molto scuro e viceversa.

Questo accade perché la gamma dinamica dei sensori digitali è più ristretta rispetto a quella dell’occhio umano.

La gamma dinamica indica infatti la capacità della vostra macchina fotografica (o del vostro occhio) di vedere dettagli contemporaneamente in aree molto chiare e aree molto scure della scena.

Una buona macchina digitale ha una gamma dinamica di circa 12 stop (Fig. 1).

Con una gamma dinamica stimata di 24 stop, il nostro occhio ha dunque una gamma dinamica superiore a qualunque sensore digitale.

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Fig. 1. (A) La gamma dinamica dell’occhio umano permette di cogliere una differenza di luminosità di 24 stop. (B) Un sensore digitale di una buona macchina fotografica ha una gamma dinamica di circa 12 stop. (C) Questo significa che cercando di esporre correttamente la parte più luminosa di una scena (come il cielo in un tramonto), il sensore sarà in grado di cogliere dettagli fino zone dei mezzi toni i quali hanno una luminosità media. Le zone più scure dell’immagine appariranno invece nere e prive di dettaglio. Viceversa, se esponessimo per le zone più scure della scena, perderemmo i dettagli nel cielo. Grazie alla sua ampia gamma dinamica, l’occhio ci permette di cogliere contemporaneamente dettagli sia nelle zone molto chiare che nelle zone molto scure della scena.

A questo punto vi starete chiedendo come sia possibile catturare un tramonto mozzafiato se la gamma dinamica della nostra fotocamera non ce lo permette.

In realtà i sensori moderni sono molto performanti e in fase di post-produzione è possibile recuperare alcuni dei dettagli che in fase di scatto sembrano non esserci (sempre con i dovuti limiti e scattando in raw che è un concetto che spiegheremo più avanti).

Un’altra strategia resa possibile dalla manipolazione digitale delle immagini è quella di scattare più fotografie per esporre correttamente le zone a diversa luminosità (Bracketing) per poi unirle in fase di post-produzione e generare un’immagine ad ampia gamma dinamica o HDR (High-Dynamic Range) (Fig. 2).

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Fig. 2. La scena sopra è stata catturata al Selciato del Gigante (Giant’s Causeway) in Irlanda del nord. La prima foto in alto a sinistra è stata scattata per cercare di catturare dettagli nel cielo e, data la gamma limitata del sensore, il primo piano è scuro e privo di dettaglio. Viceversa, la foto in alto a destra è stata impostata per catturare dettagli nel primo piano determinando la perdita di informazioni nel cielo che appare come bianco e “bruciato”. La fusione delle due immagini in post-produzione permette di ottenere un’immagine ad ampia gamma dinamica come la foto mostrata in basso in cui sia i dettagli del cielo che quelli del primo piano sono visibili. Giant’s Causeway, Irlanda del nord – Andrea Cerquone Perpetuini
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